LA CAPACITÀ DI PERDONARE

Sapete qual è una delle caratteristiche principali a livello comportamentale che sono comuni agli ultracentenari? La capacità di perdonare.

Lo scrive Mario Martinez in un divertente e illuminante saggio dal titolo “Impara la longevità” pubblicato qualche anno fa, ma che resta un libro di grande attualità per i suoi contenuti che potremmo definire “evergreen”.

NON PRENDERSELA TROPPO

Mia moglie Carmen mi ha raccontato un simpatico episodio che le è successo stamattina mentre era in coda al supermercato per pagare alla cassa. La cliente davanti a lei stava parlando con una vivace e arzilla signora di 92 anni che si era fatta la sua spesa e compiaciuta comunicava la sua età con la serenità e la soddisfazione tipica di chi ha raggiunto in buona salute un soddisfacente traguardo di vita.

DIAMO TROPPO PESO A COSA PENSANO GLI ALTRI?

Tutti cerchiamo approvazione e consenso: siamo esseri sociali, non dobbiamo dimenticarcene, proviamo piacere nel sapere di essere approvati e accettati dalla comunità cui apparteniamo.
Quando usciamo di casa cerchiamo, nei limiti del possibile, di essere curati nel nostro aspetto ma per Carolina l’essere impeccabile è un punto di onore.

LA FORTUNA VA CHIAMATA

Forse più che essere banalmente sfortunati mi viene da pensare che a volte attiriamo la sfortuna.
Facciamo, perlopiù inconsciamente, l’opposto di quello che suggeriscono i saggi proverbi antichi che recitano frasi come “la fortuna va chiamata”: la fortuna è lì che attende, deve solo essere invocata con perseveranza.
La stessa cosa avviene se parliamo di salute o di malessere. Sembrano esserci situazioni di malessere dalle quali difficilmente risulta possibile uscire. In questi casi non sempre si tratta di sfortuna, sono convinto che spesso non siamo realmente capaci di ascoltare il corpo e di interpretare le sue esigenze.
Quando l’organismo chiama e cerca di farci capire che ad esempio ha bisogno di riposarsi o di non pensare troppo e noi siamo molto distratti o indaffarati, ecco, allora il corpo si sente inascoltato…Ahia, guai in vista!
Il sistema corpo è un ragioniere pignolo e osservatore dotato di un’agenda elettronica su cui segna ogni sua esigenza insoddisfatta, tutte le ore di riposo mancate e le giuste gratificazioni non ricevute.
Se questa cosa capita spesso, il corpo accumula un monteore di necessità di riposo fisico e mentale, un debito cioè che prima o poi dovrà essere saldato. E richiama attenzione su di sé generando dolori che richiedono giusta considerazione.
Siamo troppo indaffarati e distratti come affermato prima e il più delle volte non abbiamo il tempo di fermarci a riflettere sulle priorità della nostra vita, rischiando disattenzione nei confronti delle esigenze di riposo, divertimento sano e sanissime risate di cui abbisogniamo quotidianamente.
Se ci fermassimo a riflettere solo qualche minuto al giorno sulle priorità e aprissimo gli occhi sulla vita potremmo vedere la buona sorte e chiamarla a gran voce e …con un po’ di fortuna lei potrebbe ascoltarci.

VITTIMA E/O CARNEFICE

È sempre quella la domanda che emerge durante molte delle mie visite: chi è il vero autore delle sofferenze? E l’altra domanda importante: quali sono i ruoli che vengono interpretati dai vari attori delle saghe familiari che mi capita di osservare?

STACCARE LA SPINA (DISTURBI DEL SONNO)

Come mai allora così tante persone soffrono di qualche disturbo del riposo notturno? E sono molte di più di quanto si pensi dato che esiste una frazione non piccola di persone che sostengono di dormire sodo e un numero di ore sufficiente, ma quando chiedi loro come si sentono al mattino ti raccontano di essere devastati, così stanchi a volte, da faticare a iniziare la giornata.

QUANTO È DOLCE DORMIRE, SE CI RIESCI

Dalla finestra semiaperta entra una brezza fresca e qualche rumore che fa presagire un timido inizio di giornata. Alessandra guarda il cellulare…cavolo sono solo le 4 e trenta del mattino e lei è già sveglia.

PESANTEZZA DI STOMACO

Una bella serata primaverile e un cocktail all’aperto con gli amici: cosa possiamo desiderare di meglio per rilassarci dopo una intensa giornata di lavoro? Una bibita fresca, un pinzimonio di verdura per stare sul salutare, qualche stuzzichino e la voglia di stare insieme a raccontarsi qualche storia.

APRILE, DOLCE DORMIRE

Non c’è che dire riposare o dormire sono attività sempre piacevoli.
Il momento del riposo dovrebbe rappresentare una riconciliazione con la nostra parte emozionale più nascosta che è quella che esce durante il sonno e se stiamo alle parole dei nostri nonni non c’è meglio del mese di aprile per dormire profondamente e i nonni, probabilmente, sbagliavano poco.

INTOLLERANTI AMBIENTALI

Barbara ha spesso problemi gastrointestinali, soffre di strani gonfiori di pancia che vanno e vengono e comunque ha una discreta regolarità di intestino. Come ormai spesso capita negli ultimi trent’ anni le persone consultano vari siti internet, parlano con amici e familiari e iniziano a pensare di essere intolleranti a qualche cibo. Anche lei ha fatto questo percorso e si è convinta della sua intolleranza.