Diamoci tutti una “bella calmata”: strategie di difesa per l’ansia

Oggi come 4° appuntamento ho deciso di parlare di come studiare efficaci strategie di risposta a tutte le sollecitazioni che possono scatenare ansia.

Non ci si deve fare carico di tutto, bisogna saper selezionare le situazioni o le persone che davvero hanno bisogno del nostro intervento. E si dovrebbe resistere alle mille suggestioni che ci arrivano quotidianamente.

L‘ansia è legata a ciò che si conosce ma anche a ciò che non si conosce e alla chiarezza degli intenti su ciò che si vuole fare.

L’incertezza tipica di questi tempi sta ipotecando il futuro: molte persone vivono alla giornata o con orizzonti temporali piuttosto modesti. Spesso non sanno cosa vorranno fare o chi vorranno essere nei prossimi cinque anni. Per avere un cervello capace di agire senza difficoltà bisogna rimuovere il più possibile i meccanismi di allarme.

Guardarsi dentro e cercare di capire cosa ci serve davvero e cosa è superfluo o rimandabile è l’unica vera strategia comportamentale che si possa suggerire. Dobbiamo necessariamente semplificare la vita di tutti i giorni, non incasinarla.

L’ansia può essere generata inoltre dalla mancanza di fiducia nel nostro assetto metabolico e quindi sempre più sovente tentiamo di “mettere il naso” negli affari interni del corpo.

Noi non lasciamo più vivere serenamente il nostro corpo, non ci fidiamo più di lui e del suo naturale buon funzionamento. Spesso lo manipoliamo continuamente, gli diamo farmaci o integratori che non sappiamo quanto siano davvero utili per le sue esigenze e lo facciamo perché sempre più spesso ci sentiamo stanchi ed affaticati, non riusciamo più a reggere un ritmo di vita davvero fiaccante.

Proviamo a dare uno sguardo all’interno del nostro organismo e tentiamo di farlo come se potessimo interagire con gli organi interni capendone il linguaggio.

Potremmo notare che, poniamo un esempio, il fegato, uno dei più importanti organi del corpo non è più libero di agire indisturbato nella quiete (apparente) della cavità addominale ma viene costantemente messo al banco degli imputati e tartassato di sostanze da depurare e da cattivi pensieri da elaborare: quindi ha un superlavoro quotidiano da affrontare. E così di seguito per molti altri organi, non c’è quiete all’interno del corpo perché arrivano troppi stimoli da elaborare.

Il primo passo fondamentale è quindi capire come l’ansia si esprima dentro di noi per poi riuscire a cominciare a trattarla e a far sì che compaia con minor frequenza possibile.

Noi siamo a disposizione per approfondimenti scrivendo a: dottore@fabioghigi.com

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