Mauro soffre da più di anno di un forte dolore all’area delle vertebre cervicali: ha tutto il collo dolente e le braccia gli fanno male. Ovviamente in tutto questo tempo non è stato con le mani in mano: ha affrontato parecchi schemi terapeutici sia farmacologici sia con terapie manuali ma senza apprezzabili risultati.
Quando ci incontriamo decido che non sarò la prossima persona che tenta di aver ragione di questi dolori attaccandoli frontalmente: devo trovare una via differente per entrare a contatto con questa importante sofferenza, devo escogitare una strategia di spegnimento alla fonte, idealmente entrando dalla porta di servizio.
Quindi molte domande su quale situazione ha preceduto questo importante dolore: è un processo difficile perché la memoria del “prima” è molto spesso offuscata dal dolore dell’adesso.
Nel caso di Mauro scopriamo che è una persona predisposta a problemi di fegato: infatti lui da sempre soffre di difficoltà digestive, mal di testa e sfoghi sulla pelle che ci fanno pensare ad un problema di disintossicazione in cui il fegato sembra avere un ruolo centrale.
Come sempre quando iniziamo una terapia a distanza, almeno inizialmente non avremo grossi risultati sui dolori cervicali, ma da subito Mauro sente che vi è un cambiamento, che nemmeno lui riesce a definire, sente che qualcosa sta muovendosi in profondità. I dolori persistono per almeno un paio di settimane poi lentamente sembrano affievolirsi.
Stiamo entrando dalla porta di servizio non vi sono dubbi. Con un grande vantaggio: diamo il tempo al corpo di adattarsi alla presenza di elementi estranei.
Rispettiamo il dolore alla zona cervicale di Mauro e non vogliamo farlo sparire velocemente perché esso rappresenta il modo attraverso il quale gli organi di quest’uomo comunicano verso l’esterno.
Sì, perché gli organi comunicano il loro disagio attraverso il dolore, dobbiamo essere pronti ad ascoltarlo e interpretarlo.