Forse più che essere banalmente sfortunati mi viene da pensare che a volte attiriamo la sfortuna.
Facciamo, perlopiù inconsciamente, l’opposto di quello che suggeriscono i saggi proverbi antichi che recitano frasi come “la fortuna va chiamata”: la fortuna è lì che attende, deve solo essere invocata con perseveranza.
La stessa cosa avviene se parliamo di salute o di malessere. Sembrano esserci situazioni di malessere dalle quali difficilmente risulta possibile uscire. In questi casi non sempre si tratta di sfortuna, sono convinto che spesso non siamo realmente capaci di ascoltare il corpo e di interpretare le sue esigenze.
Quando l’organismo chiama e cerca di farci capire che ad esempio ha bisogno di riposarsi o di non pensare troppo e noi siamo molto distratti o indaffarati, ecco, allora il corpo si sente inascoltato…Ahia, guai in vista!
Il sistema corpo è un ragioniere pignolo e osservatore dotato di un’agenda elettronica su cui segna ogni sua esigenza insoddisfatta, tutte le ore di riposo mancate e le giuste gratificazioni non ricevute.
Se questa cosa capita spesso, il corpo accumula un monteore di necessità di riposo fisico e mentale, un debito cioè che prima o poi dovrà essere saldato. E richiama attenzione su di sé generando dolori che richiedono giusta considerazione.
Siamo troppo indaffarati e distratti come affermato prima e il più delle volte non abbiamo il tempo di fermarci a riflettere sulle priorità della nostra vita, rischiando disattenzione nei confronti delle esigenze di riposo, divertimento sano e sanissime risate di cui abbisogniamo quotidianamente.
Se ci fermassimo a riflettere solo qualche minuto al giorno sulle priorità e aprissimo gli occhi sulla vita potremmo vedere la buona sorte e chiamarla a gran voce e …con un po’ di fortuna lei potrebbe ascoltarci.