Lo sai che quando hai un disturbo, un dolore, quello è il modo attraverso il quale il tuo sistema corpo ti comunica i suoi bisogni?
Carlo mi risponde che lo sa benissimo, che ha letto libri sull’argomento, che ha letto di Metamedicina, che sa che il cosiddetto sintomo è un allarme del corpo che racconta che qualcosa non va.
Poi confessa candidamente di essere bravissimo a capire i segni che si presentano nelle altre persone, ma di non essere altrettanto perspicace quando deve interpretare i suoi di segni.
Pensiamo di aver capito tutto delle relazioni fra sentimenti e organi poi quando accade a noi, siamo quasi spaventati dal potere delle nostre emozioni.
E dal fatto che siamo esseri emotivi e sensibili: quando si presentano dei sintomi, un mal di pancia, una tensione alla schiena pensiamo sempre a qualcosa di meccanico, di fisico. Un cibo nel caso del mal di pancia o la postura sbagliata nelle tensioni vertebrali, ad esempio.
Ma se fossimo più accorti e capaci di vera introspezione potremmo scoprire altre cause, più profonde e reali che sono molto di frequente stati di malessere emozionale.
Questo è quello che vuole il corpo, lui desidera che noi capiamo il motivo del malessere e che ci mettiamo in zona di sicurezza. Se il corpo capisce che le condizioni per cui lui ha attivato un disturbo non cambiano, non evolvono verso un miglioramento lui automaticamente propone sempre lo stesso allarme.
In questo il corpo dimostra tutti i suoi automatismi e da questo nascono tutte le malattie croniche.
Il corpo non si sente ascoltato e compreso e propone pedissequamente lo stesso schema: lo stesso perché lo ha evoluto così nei millenni e non ne conosce altri.
Lui comunica tramite un suo particolare alfabeto Morse, che noi abbiamo probabilmente dimenticato.