Filippo ha preso un discreto mal di gola e un po’ di tosse, è passato a fare un saluto alla mamma e lei vedendolo così, si è un po’ preoccupata. Con una buona terapia Filippo sta meglio, ma il giorno successivo anche la mamma inizia a tossire e ha anche lei mal di gola.
Cavolo che velocità direte voi, va bene ci sta, questa forma influenzale sta girando e quindi può apparire normale che anche la mamma l’abbia presa, non per forza da suo figlio, magari era già nell’aria.
Filippo però osserva che anche lo scorso anno aveva avuto più o meno lo stesso problema e la mamma, anche in quel caso, si era ammalata il giorno successivo e questa “sincronicità” lo colpisce e ne discutiamo all’interno di una visita.
È interessante il modello di madre e figlio che si ammalano quasi in contemporanea e ragioniamo insieme sul fatto che la mamma di Filippo è una donna molto sensibile ed empatica, e stabiliamo che lei lo sia in particolare con lui, non tanto con l’altra figlia e sorella di Filippo.
Lui senza nessuno stupore dice che sua madre era stressata dal fatto che quando era molto piccolo ha sofferto a lungo di problemi alle tonsille e che spesso gli racconta di quando sono dovuti andare in urgenza in ospedale perché sospettavano una brutta polmonite.
Lei racconta di un brutto spavento in quella occasione, era il primo figlio, quella sera era a casa da sola e non sapeva che fare, una brutta situazione insomma.
Filippo racconta che lui e la mamma hanno una strana e profonda connessione per cui ritiene che la mamma tenda ad ammalarsi insieme a lui per una sorta di simpatia, patos dal greco vuol anche dire affezione e -patia rappresenta la malattia o il malessere; dal vocabolario Treccani per simpatia “Nel linguaggio medico, tendenza di determinati organi a contrarre un’affezione manifestatasi in un organo congenere”.