Quindi è imperativo rallentare, non ci sono molti altri mezzi a nostra disposizione per evitare i danni prodotti da uno stato di tensione che sembra non abbandonarci mai. Dobbiamo necessariamente prenderci brevi o lunghi periodi di vacanza che sono assolutamente essenziali per la programmazione di eventi futuri. A volte sembra invece che, quando entriamo nella spirale dello stress, tutte le molecole che si liberano in questa fase creino come una sorta di assuefazione per cui più fai e più faresti e questo atteggiamento entro certi limiti è fonte di soddisfazione. L’importante è non superare quei limiti altrimenti si corre il serio rischio di finire in dipendenza da stress.
Qualche anno fa ho messo in piedi quello che per me è stato un grande progetto. Piccolo progetto se lo si vede da fuori ma da dentro è stato fonte di importanti periodi di stress.
Ebbene, nei 6 o 7 anni precedenti è come se mi fossi ritirato dai giochi: ero un assiduo frequentatore di corsi e congressi e gli amici che erano abituati a vedermi al corso X o al congresso Y e non mi vedevano lì, in realtà, si chiedevano dove fossi. Non mi sono ritirato, era solo un gran bisogno di concentrarmi sui miei obiettivi futuri, era come il famoso anno sabbatico che in realtà è stato un po’ più di un singolo anno.
Anche se la sensazione che si potrebbe provare in questi periodi fosse quella di essere fuori dai giochi, una sorta di FOMO (Fear Of Missing Out cioè la paura di essere tagliati fuori), la realtà è che molto semplicemente stiamo ricaricando le pile. Quindi non dobbiamo aver paura di questi momenti in cui ci prendiamo una sacrosanta pausa di riflessione, non perdiamo nulla, acquisiamo in realtà energie per essere più performanti dopo. Che Dio benedica i periodi di meritato riposo, riposare quieta la mente e la rilassa e se necessario la prepara per futuri progetti o battaglie.