Dalla finestra semiaperta entra una brezza fresca e qualche rumore che fa presagire un timido inizio di giornata. Alessandra guarda il cellulare…cavolo sono solo le 4 e trenta del mattino e lei è già sveglia. Non è in ansia, non ha batticuore, semplicemente il cervello è partito a pensare e non si riesce a fermarlo.
Nonostante abbia provato a girarsi nel letto, si sia alzata per andare in bagno, abbia bevuto un sorso d’acqua e provato a respirare concentrandosi sulla sua respirazione, il sonno ristoratore non arriva. La sveglia è puntata alle 7.30 precise per cui ci sono ancora 3 ore di riposo buono, ma niente, non c’è verso. Finalmente dopo circa un’ora di questo sconforto Alessandra piomba nel sonno, ma poi quando c’è il giusto risveglio lei sente un cerchio alla testa e una tensione sul collo che le rendono difficile tirarsi in piedi.
Una doccia e si riparte. Questa è una delle tante vicende che capita di ascoltare durante una visita; come potete ben immaginare è piuttosto comune e non è di sicuro tra le peggiori vicende sul sonno che mi vengono raccontate.
Secondo recenti statistiche i disturbi del sonno sono fra le quattro prime cause di disagio lamentate dalla popolazione, almeno nei nostri paesi industrializzati. E sono davvero molte le sfaccettature delle difficoltà notturne: chi fatica ad addormentarsi e ci mette un bel po’ a trovare il sonno, chi va a dormire tardissimo cercando di sfiancare il suo organismo, chi ha continuamente risvegli durante la notte e chi dice di essere molto più fresco alla sera e quindi ha energie per fare cose ma non per dormire. E molto altro ancora.
Il sonno occupa mediamente una bella fetta della vita di una persona, è un evento fisiologico, cioè normale e non dovrebbe essere un incubo bensì una grande occasione per rimettere a posto molte cose.