Segue alla prima parte.
Torniamo alla “fase Cefalica”: cioè, il cibo prima di mangiarlo lo processiamo neurologicamente. Ma dai? È così, il cibo viene processato, lo facciamo in automatico, non è mica che ci pensiamo, è un atto spesso fuori dalla nostra volontà.
Lo guardiamo dunque: percepiamo le forme, i colori, la consistenza, il profumo e ognuna di queste sensazioni è connessa con una o più emozioni che hanno le loro radici nei nostri ricordi, soprattutto nei ricordi infantili, il momento della nostra vita dove sulla lavagna della mente e della vita si cominciano a scrivere le varie esperienze. E le prime esperienze sono sempre le più importanti e definitive. Tutto il resto della vita è una fotocopia di quegli eventi. Ogni emozione potrebbe condizionare le nostre scelte alimentari, alcune emozioni anche pesantemente.
Alessandra mi racconta che ha una vera fobia per il tuorlo dell’uovo: al solo vederlo le viene l’urto di vomito e quindi non sopporta la vista del classico uovo al tegamino: però le uova strapazzate o nella frittata, ad esempio, non le danno alcun fastidio e le mangia tranquillamente. Ci vuole un bel momento a scoprire perché Alessandra ha questa seria difficoltà e un po’ di domande circostanziate: lei ricorda di aver visto un documentario quando era piccina in cui si vedeva chiaramente che dal tuorlo si sarebbe generato un pulcino…e questa cosa l’ha colpita profondamente.
Ormai lo faccio tutti i giorni: quando qualcuno mi racconta che non può o non riesce a mangiare un certo cibo cerco sempre il motivo e magicamente lo trovo. Fate una prova anche voi.